Vengono considerati liquidi criogenici quei liquidi che hanno un punto di ebollizione inferiore a -73°C.
I più comuni rientrano nella categoria dei gas atmosferici liquefatti e sono, ad esempio: azoto, ossigeno, anidride carbonica, i quali sono gas industriali che vengono trasportati, manipolati e stoccati allo stato liquido a temperature criogeniche.
In caso di contatto breve con un liquido criogenico il rischio è limitato, grazie alla formazione di un film di gas tra il fluido e la pelle. Un contatto prolungato, invece, risulta molto pericoloso, così come l’impregnazione di vestiti e capelli.
Inizialmente, l’ustione da freddo può non essere dolorosa e si può osservare che la pelle congelata ha un aspetto ceroso e giallastro. Dopo lo scongelamento, però, il tessuto si gonfia e possono apparire delle vesciche sulla zona interessata.
In caso di ustione occorre procedere come per le bruciature: sciacquare con acqua appena tiepida e, dopo lo scongelamento, coprire garza sterile. Risulta fondamentale:
Per quanto riguarda l’utilizzo dell’azoto liquido, il rischio maggiore è determinato dalla possibilità di contatto accidentale con la pelle. Questo può provocare gravi ustioni da freddo e, in casi estremi, il congelamento della parte interessata qualora il contatto sia molto prolungato nel tempo. E’ evidente che, in questo caso, si rischiano lesioni profonde e addirittura la compromissione totale della parte del corpo interessata.
Per tutelare la salute degli operatori e ridurre al minimo i rischi, l’uso dei liquidi criogenici richiede l’adozione di alcune norme comportamentali:
Particolare attenzione, quindi, va rivolta a tutte le operazioni che contemplano l’uso diretto di elementi criogenici liquidi. I rischi più frequenti si hanno infatti nelle operazioni di travaso e nelle operazioni di immersione ed estrazione di oggetti dal liquido; questo accade perché tali procedure causano spesso schizzi dovuti alla variazione della temperatura del liquido criogeno.
Per cercare di limitare l’insorgere di rischi o gravi danni all’operatore, queste operazioni devono sempre essere svolte lentamente, prevedendo l’uso di idonei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) come:
(Per precauzione è preferibile indossare sempre i pantaloni all’esterno di stivali o scarpe in genere).
Inoltre è consigliato l’utilizzo di pinze o tenaglie per estrarre oggetti immersi nel liquido, maneggiando con cautela sia queste che gli oggetti.
Ricordiamo inoltre altre problematiche da non sottovalutare nella manipolazione di contenitori per liquidi criogenici:
Danneggiamento dei polmoni
In seguito all’inalazione di vapori a basse temperature il funzionamento polmonare può essere compromesso in modo più o meno grave.
Asfissia
I gas non sono tossici, tuttavia possono togliere ossigeno in ambienti piccoli o non ventilati.
In questi casi, il soffocamento sopraggiunge talvolta senza sintomi premonitori, portando allo svenimento e alla morte degli operatori presenti.
Per questo è essenziale rispettare delle indicazioni base come:
Esplosione
Questo è uno dei rischi più rilevanti tra quelli connessi alla criogenia ed è dovuto, principalmente, all’aumento della pressione interna di un recipiente.
Per questo è importante rispettare le procedure e le normative relative all’utilizzo dell’equipaggiamento e dei vari impianti.
Si raccomanda di non chiudere mai ermeticamente un recipiente o un tubo contenente liquidi criogenici per evitare il rischio di esplosioni e, unitamente a questo, devono sempre essere installate valvole di sicurezza.
Tutti i DPI sono prodotti con materiali tecnici altamente isolanti e rappresentano una soluzione necessaria per contrastare il gelo estremo, sia durante le attività industriali, che in condizioni climatiche estreme.
I guanti criogenici sono ideali nei settori della carpenteria, del trasporto e delle costruzioni, in condizioni termiche di basse temperature fino a -50°C.
Risultano adatti per prevenire freddo da contatto e ustioni in caso di fuoriuscita o schizzi di gas liquidi, in ambito industriale pesante o laboratori, essendo testati mediante contatto con azoto liquido (-195,82°c) per un minuto e successiva prova di flessibilità.
Impieghi consigliati:
Sono conformi alle norme:
EN 388:2016+A1:2018 guanti protettivi contro rischi meccanici
EN 511:2006 guanti di protezione contro il freddo
✅Impermeabili
✅Testati per azoto liquido -196°C
✅Per laboratori criogenici
Per la protezione del corpo il grembiule criogenico L.CRYO è il dispositivo di sicurezza ideale nelle mansioni a contatto con le basse temperature.
Infine, per chi cerca una protezione personale completa in ambienti criogenici, suggeriamo il CRYOKIT CASE. Una comoda valigetta, utile per conservare i DPI al pulito e al sicuro, proteggendoli da polvere e luce.
Al suo interno i dispositivi necessari per vivere al meglio la giornata lavorativa:
✅un paio di guanti criogenici a scelta
✅un grembiule L.CRYO
✅una semicalotta con visiera CLEAR CRYO
✅un paio di ghette H.CRYO
Garantire ai propri dipendenti di poter lavorare in un ambiente sicuro e costantemente monitorato porta a raggiungere quelli che sono i punti cardine della nostra Vision:
Un lavoratore più protetto
Un lavoro eseguito al meglio
Un’azienda più ricca e rispettata
Una famiglia più felice