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Le diverse applicazioni dei guanti criogenici

Scritto da Anna Battocchio | 22 febbraio 2024

Nel vasto panorama dell'abbigliamento antinfortunistico, esiste un segmento di prodotti che spicca per la sua innovazione e versatilità: i guanti criogenici. Ma cosa sono esattamente i guanti criogenici e perché sono così importanti per chi lavora in ambienti estremamente freddi o manipola materiali a basse temperature?

Iniziamo col definire il concetto di criogenia: si tratta della scienza che studia i fenomeni e i materiali a temperature estremamente basse, prossime allo zero assoluto (-273,15°C). Il gas criogenico, come l'azoto liquido o l'elio, è utilizzato per raggiungere queste temperature estreme, creando un ambiente idoneo per svariati processi industriali, ricerca scientifica e medicina.

 

Come affrontare gli ambienti criogenici

Gli ambienti criogenici rappresentano una sfida unica: affrontare questi ambienti richiede non solo attenzione alla sicurezza personale, ma anche una pianificazione accurata e l'utilizzo di attrezzature specializzate.

Indossare abbigliamento protettivo adeguato è fondamentale per proteggersi dalle basse temperature: i guanti criogenici, appositamente progettati per resistere alle basse temperature, sono un componente fondamentale dell'abbigliamento antinfortunistico in ambienti criogenici.

 

 

Guanti criogenici: caratteristiche e applicazioni

In queste condizioni estreme, i guanti criogenici diventano l’alleato ideale per la sicurezza del lavoratore. Un prodotto di qualità garantisce la salvaguardia dell’ambiente di lavoro e quindi maggior serenità durante la fase operativa.

I DPI criogenici trovano applicazione in diversi settori:

Produzione e trasporto di gas liquidi: i guanti criogenici consentono agli operatori di manipolare valvole, tubi e attrezzature in modo sicuro e confortevole, proteggendo le mani dalle basse temperature e dai pericoli associati ad eventuali schizzi di gas liquidi. 

Ricerca scientifica, tecnologie mediche: In ambienti di produzione di farmaci sensibili alle temperature, i guanti criogenici sono indispensabili per manipolare con precisione i materiali e garantire la sicurezza e la qualità del prodotto finale. Un altro esempio di utilizzo è la crioterapia per la cura della pelle, oppure la crioconservazione di campioni genetici. 

Ma quali sono le caratteristiche che rendono i guanti criogenici così efficaci e affidabili? 

Innanzitutto, devono essere realizzati con materiali isolanti di alta qualità, in grado di mantenere il calore corporeo e proteggere le mani dalle basse temperature. Inoltre, devono offrire una buona flessibilità e sensibilità tattile per consentire una manipolazione precisa di oggetti anche molto piccoli, come ad esempio provette di laboratorio. 

I guanti criogenici Coval Safety

In Coval Safety abbiamo sviluppato una linea di prodotti per affrontare al meglio le condizioni di freddo estremo, raggruppati nella linea Coval COLD 

I guanti criogenici CRYOPLUS rappresentano una prima soluzione per la sicurezza in ambienti con temperature molto basse. Realizzati con tessuto resistente al freddo, manichetta in crosta e con cinturino in velcro regolabile, i guanti CRYOPLUS sono dotati di una fodera interna composta da materiali altamente isolanti, tra cui una membrana che rende il guanto impermeabile e resistente ai liquidi e schizzi di gas criogenici. 

Un altro prodotto della gamma Coval è il CRYOLITE-HP: si tratta di guanti criogenici in pelle fiore idrorepellente e manichetta in crosta, progettati per affrontare le sfide più estreme che il settore industriale è in grado di offrire.

Sono resistenti anche al calore per contatto fino a 250°C, dunque adatti a molteplici utilizzi. 

Un’altra opzione è offerta dai guanti CRYOKIT, prodotti utilizzando uno speciale tessuto, che unito alla fodera isolante e alla membrana interna impermeabile, garantisce resistenza a schizzi di gas criogenici e notevole flessibilià e mangevolezza. 

Tutti i nostri prodotti per ambienti criogenici sono sottoposti a severi test: in particolare, i guanti vengono sottoposti a un test mediante contatto con azoto liquido a temperature di -195,82°C: una prova rigorosa per garantire la performance anche in condizioni estreme.